Acampada Sol condena las actuaciones policiales violentas llevadas a cabo hoy, 11 de junio, en las diferentes localidades españolas con motivo de las concentraciones pacíficas convocadas desde el movimiento 15M ante las sedes de los consistorios españoles.
Estamos convencidos de que en el Estado de Derecho que garantiza nuestra Constitución, así como en cualquier sistema democrático, son intolerables actuaciones policiales como las de esta mañana, donde la policía ha amenazado y agredido a las personas que estaban ejerciendo su derecho a manifestarse.
La obligación de la Policía es asegurar el orden público, y esta mañana ellos han originado las agresiones ante unos manifestantes que en ningún momento han actuado de forma violenta. Por tanto, las fuerzas y cuerpos de Seguridad del Estado han cumplido órdenes dictadas por una clase política que solo quiere continuar con su sistema corrupto. Debemos dejarles claro que NO NOS REPRESENTAN.
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l movimento 15m (15 maggio) così come adesso si chiama ha lanciato la proposta raccolta da moltissime assemblee di quartiere di protestare davanti alle municipalità in Spagna ieri 11 giugno, giornata di investitura ufficiale
A Madrid già dalla mattina, mentre la cerimonia era prevista per le 12, le strade del centro erano pesantemente presidiate e la piazza della Villa irrangiungibile. Per un raggio di circa 200 metri 3 file di barriere impedivano l’accesso a chiunque pensasse di avvicinarci.
La manifestazione si è concentrata a ridosso delle barrierre di Calle Mayor senza poter raggiungere la piazza: una manifestazione pacifica aperta dallo striscione della memoria per le vittime del franchismo
e appoggiata da migliaia di persone di Madrid. Contemporanemente molte altre erano impegnate a manifestare nei distretti periferici e nei paesi della grande Madrid.
Mille e mille le pentole, le padelle, le campane, persino le teiere battute da forchette e mestoli!
e gli slogan:
“No, no non ci rappresentano!”
“la vostra crisi non la paghiamo”,
“Poliziotti, abbasseranno i salari anche a voi”,
“Le nostre armi sono le nostre mani”
Un clima determinato, fatto dei gesti che caratterizzano questo movimento, mani in alto, suoni, canzoni, colori, rabbia, indignazione!
Le facce, gli abiti e gli strumenti utilizzati esprimono la diversità che caratterizza questo movimento: indignat@ diversissim@, uomini e donne, giovani e anziane.
Dopo un’ora, intorno alle 12…. la decisione della parte di manifestanti a nord della Calle Mayor di muoversi, girare intorno al palazzo e muoversi nelle vie laterali, la bara della democrazia in testa al corteo seguita da dolenti.
Il corteo raggiunge il retro del municipio. Le strade laterali non sono bloccate, non ci sono barriere e si pensa di poter raggiungere l’altro pezzo del corteo nella parte sud di calle Mayor ma un cordone di polizia municipale in tenuta leggera ferma i/le manifestanti che sono costretti/e quindi a fermarsi davanti alla fontana protetta anche questa da un cordone della polizia. Nella piazza irrangiungibile per il corteo alcune televisioni e i mezzi del catering.
Ricominciamo gli slogan: ” La voce del popolo non è illegale!”, ” La chiamano democrazia e non lo è! E’ una dittatura, questo è! ” battezzata ormani la canzone dell’estate. Gli slogan vengono urlati soprattutto verso il cordone della polizia che non lascia scorrere il corteo e questo va sottolineato vista la giustificazione fornita dalla polizia delle cariche ritenute necessarie in quanto i/le manifestanti bloccavano la strada di uscita per i mezzi.
Il corteo non aveva intenzione di bloccare anzi mostrava evidente la volontà di voler passare per raggiungere l’altro spezzone.
Si è voluto costringere centinaia di persone in un budello per poterli accusare di voler bloccare la strada di fatto bloccata dalla polizia e per giustificare successivamente le successive cariche della polizia?
All’una molto velocemente il cambio di atteggiamento da parte della polizia. Nel giro di pochi minuti e senza che il clima della piazza fosse cambiato, senza che alcuna provocazione fosse stata effettuata, sono arrivati i mossos in tenuta antisommossa e senza il numero di riconoscimento sulla divisa. Non è stata data nessuna informazione alle persone che stavano manifestando, nessun invito a lasciare la strada.
Circolava la voce che la cerimonia fosse terminata e Alberto Ruiz-Gallardón non potesse sopportare di uscire dal palazzo con una manifestazione in corso.
Da parte dei manifestanti non si blocca in nessun modo l’uscita delle auto. Ma questo non basta a evitare quello che succede nelle due ore successive. Una colonna di circa 50 agenti antisommossa arriva correndo e chiude il blocco centrale delle/dei manifestanti in un quadrato, tre lati cordonati da loro e l’altro la parete dell’edificio sul fondo, allontana i giornalisti e inizia successive cariche contro le persone delle prime file a distanza di circa 15 minuti: cariche assolutamente ingiustificate sia rispetto alle finalità (il posizionamento di una barriera di metallo) sia rispetto all’atteggiamento assolutamente pacifico delle/dei manifestanti, sedute/i in terra con le braccia incrociate o con le mani in alto, gridando “Se son detenuta o detenuto ho diritto a un avvocato”
Visto dall’interno quello che sta succedendo pare una pratica della peggiore scuola di polizia antissommossa attivata in assenza di sommossa. Persone trascinate per il collo, per i lobi delle orecchie, ossa rotte, cellulari e Ipod usati per riprendere lanciati per aria o pestati, manganellate contro persone assolutamente inermi che non hanno per altro nessuna possibilità di lasciare lo spazio in cui si trovano.
Un’esperienza che atterisce per assenza del minimo rispetto delle persone coinvolte, un desiderio di far male perchè sia ricordato, di spaventare perchè non si torni ad esserci.
Il movimento sta organizzando una risposta a livello legale. Si stanno raccogliendo testimonianze, denunce e soprattutto immagini che aldilà dei racconti individuino le precise responsabilità individuali di quanto quell’11 giugno è successo qui a Madrid ma che è già successo a Barcellona, a Salamanca e in molte altre città della Spagna.
“Non volete che ci sentano… perchè sapete che abbiamo ragione!” e forse solo questo slogan spiega la risposta di questo sistema a questo movimento.
di Marita Cassan
foto Rise Up Studio, Madrid
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p o psoe?
Stolpkin (o María o Josefina … que firmas de muchas formas)
He visto este texto tuyo como 20 veces en las últimas semanas, ya que la pegas en cada página. Yo defiendo la organización, y teóricamente puedo compartir algunas cosas que dices, pero con matices. El análisis que haces es de manual, y trataré de utilizar el lenguaje del mismo manual para entendernos, y para sugerirte varias cosas.
1. El movimiento que teníamos antes del 15 de mayo era prácticamente nulo. Me gustaría que fuera de otra forma, pero es así. Muy pequeñas organizaciones con muy escasa capacidad de convocatoria, circunscrita casi a las personas a las que se conoce directamente. Mucho trabajo de muchos años, para llegar a un movimiento cada vez más disgregado y debilitado. Recuerda las lecciones del manual sobre cantidad y calidad. ¿Prefieres la situación anterior?
2. Recuerda también las lecciones del manual sobre la dialéctica y el materialismo. Es necesario que se produzca el proceso, que incluye un proceso práctico de aprendizaje, conformándose una organización (un modo de funcionamiento) que irá modulando la respuesta en función de la situación y de las condiciones objetivas. Hay que confiar, tener paciencia, y participar sin mezquindad.
3. Por último, pero no menos importante, creo que las personas que estáis en organizaciones deberíais ser los primeros en promover la autocrítica en vuestras propias organizaciones. Porque si no se asumen los símbolos políticos y este movimiento se declara apartidista, en buena medida se debe al papel que han jugado los partidos en el pasado. Por ejemplo, en los años 80 hubo movimientos dirigidos por plataformas de organizaciones, y ocurrió que dichas plataformas se convirtieron en el escenario de las luchas entre esas organizaciones por controlar los movimientos; esto acabó por matar los movimientos que hubo y por quemar a mucha gente. El problema es que todas las organizaciones se consideran la vanguardia, y creen tener el derecho legítimo a dirigir al resto de la sociedad… Tampoco estoy de acuerdo con el uso que haces del término pequeña burguesía, concepto confuso hoy en día y muy poco operativo… ya que nos devuelve a la lección del manual sobre el partido y la clase social: el proletariado es la vanguardia del resto de la sociedad y está llamado a dirigir a la pequeña burguesía… ergo el partido de vanguardia tiene que dirigir a todos. Uno de los problemas del manual es que traza una estrategia que ya todos conocemos, y claro, la mayoría de las personas aspiran a algo más que ser el compañero de viaje de otro; la mayoría no aceptarán esto.
De verdad, revisad estos conceptos que nos han llevado al enfrentamiento en plan “La vida de Brian” (Frente Popular de Judea, Frente del Pueblo judaico… y al final resulta que el enemigo común en lugar de los romanos es el frente no se qué).
Necesitamos a las organizaciones, sí, pero con otras bases y como digo, buena parte de la responsabilidad de esto que criticas, es vuestra incapacidad para hacer autocrítica porque implicaría salirse del manual. Y esa autocrítica debería haberse hecho, como mínimo, en la segunda mitad de los 80, cuando cayeron los países socialistas; pero nadie la hizo, por lo que no habéis adaptado vuestras organizaciones a la nueva situación, habéis negado la dialéctica, no habéis aprendido de vuestros errores.
Porque si se hiciera autocrítica igual habría que revisar adónde nos llevó el “centralismo democrático” tanto en los países socialistas como en muchas organizaciones; y por tanto habría que ver cuál ha sido el papel que ha jugado el partido…
Creer estar en posesión de la única verdad es lo que te lleva a escribir estas lecciones a todos los demás, incluso como he visto en tu blog a hacerte “autoentrevistas” ¿no te das cuenta que sois vosotros los actores y vosotros los espectadores? Ese narcisismo y prepotencia no nos lleva a ningún sitio, y no lo aceptaríamos libremente los demás en el siglo XXI.
Sinceramente te lo digo, haced autocrítica, analizad vuestra responsabilidad en que el funcionamiento de este movimiento sea el que es, y tomad medidas, porque nos necesitamos todos, nos estamos jugando mucho.
Y disculpas a los demás, que igual este rollo ni os va ni os viene.
María, confundes agresividad con violencia. Es un error. Máxime cuando lo comparas con la represión del sexo. No sé, quizás mucha gente tenga ganas de pegarte una leche después de leer tu artículo. ¿Te parece bien? Y el resultado, ¿te parece que se conseguiría algo más allá de descargar la natural agresividad que alguien pueda sentir ante cualquier circunstancia adversa?
¿Tú qué propones, qué nos liemos a palos? ¿De qué organización ”hecha y derecha” eres María? ¿De alguna que quisiera que la armáramos para que nos peguen una somanta de palos y colorín colorado este cuento se ha acabado? ¿O me equivoco y se trata de una ”hecha y derecha” tipo anarca, donde sois todos y todas supersolidarios y supersolidarias y superguais (ellos y ellas todos y todas) (y es verdad que a menudo es el caso) pero que más allá del seductor discurso tiene una práctica no diferente de la de otras organizaciones ”hechas y derechas”: o sea controladora, autoritaria, limitadora y represiva. Un olor que yo, personalmente, conozco bien. Aquí no hay más que una: te bajas a la plaza y compartes y debates y te cabreas y te frustras porque no sabes por donde va a salir esto (por ejemplo) y aportas tu granito sea el que sea (y ojalá haya muchos granitos libertarios, yo lo digo con el corazón en la mano) o te mueres de asco y nostalgia en tu habitación añorando lo que no es…
Saludos
Candela
#Cualquiera : totalmente de acuerdo.
Esto es lo que realmente atemoriza al poder establecido, a los gobernantes, que ésto es algo nuevo, sin siglas, sin líderes visibles, algo muy fuerte y vivo, algo intangible, algo poderoso. Nacido de la necesidad de verdad y justicias para tod@s.
Por eso ayer en MAdrid , en la calle Sacramento, la policía nos secuestró durante horas hasta que salieron los coches de Gallardón. Por eso prohibieron a las televisiones seguir grabando la violencia gratuita contra los pácificos ciudadan@s de Madrid.
Ádelante tod@s !!!
“Julia”, este movimiento tiene muchisimos problemas, claro que sí, porque en él participa toda la gente que quiere, cada cual con sus “ideas” aprendidas en el pasado -no puede ser de otra manera, todavía no podemos aprender del futuro- (precisamente esas ideas son las que nos han hecho llegar hasta aquí y las que han construido este mundo de locos, este mundo brutal para con la naturaleza misma y por consiguiente brutal para la vida de los seres humanos), pero la alegría que da este movimiento 15M es que está siendo diferente a lo anteriormente conocido, es un movimiento impulsado por un conglomerao variopinto de gentes hartas de la vida que se nos impone desde el poder (global o nacional), no hay una idea preconcebida de qué hacer o cómo hacer, esto va surgiendo y construyéndose poco a poco, es nuevo, desconocido, y las posibilidades están abiertas.
Claro, estamos acostumbrados al pasado, a lo conocido, a lo reglamentado, a lo que está mandado, y salirnos de eso nos da pánico. Pero ¿no nos damos cuenta de que este mundo actual -construido con las ideas del pasado- lo tenemos que cambiar?, ¿qué tal si probamos con algo nuevo, desconocido?
Un problema de este movimiento es que mucha gente se cree que acaba de descubrir la rueda y por ello tiende a ignorar y despreciar las experiencias y enseñanzas del pasado, tachandolas de trasnochadas o lo que sea.
Si no empezamos a indignarnos de verdad, a cabrearnos de verdad y a poner en aprietos de verdad al poder, de aquí a unos meses la desilusión va a ser tremenda al ver que no nos hacen ni puto caso. Lo del rollo happy guay es muy cómodo y entretenido. Pero no deberíamos estar en esto para divertirnos o sentirnos realizados.
Los políticos… los malos políticos, los torpes, se han aliado a los que tenían que haber frenado. Las castas se han apoyado en las columnas que reposan sobre los lodos en los tiempso hacia un cambio más natural. De ahí nace su cerrazón, su imposición, su dominación, su abuso de poder, su corrupción… Esto va a caer, tarde o temprano. No se sostiene. Y mejor es que se den cuenta, no se embrutezcan, y modifiquen el rumbo. Quien ama a un pueblo, que le da además poder, no quiere ver a ese pueblo metido en engaños de ideologías anacrónicas. Quien quiere dar futuro brillante a su pueblo no anda sirviéndose de su pueblo y tratándolos como esclavos para elevar sus torres de vanidad en el aire. Quien ama a su pueblo y su futuro no lo encierra en ideas de rencores pasados. Esos son políticas miserables, egoístas, crueles, fanatistas, despreciables.
Un pueblo con miedo es un pueblo desencantado. El tiempo pasa, no para, y queda anquilosado y oprimido por los nefastos.
Los políticos deberían estar llorando viendo a su gente comer en contenedores. Deberían llorar de pena, no celebrar victorias manteniendo ideas destructivas.
EStoy bastante de acuerdo con Maria, sin desprestigiar nunca al M-15, pero està claro que estamos educados en una sociedad capitalista-individualista y salir de este sistema no va a ser fàcil. Por eso pienso que hay que apoyarse o constituir organizaciones perennes (pueden ser de tendencia libertaria o no). Sobretodo veo que hay gente de derecha/extrema derecha que habla como indignado, esto se evitaria si cada uno viene con su “bandera”, no para hacer proxelitismo sino porque normalmente se habla en nombre de algo…ya entendeis !!! venga , fuerza ! No pasaràn !!
Claro por eso llevamos doscientos años con organizaciones hechas y derechas que nos han conducido hasta aquí. Lo dice uno que está organizado. Toda la vida diciendo a ver si salta la chispa y cuando salta nos cojemos el palo de la bandera (la nuestra claro) o no cojemos nada. Eso es puro nihilismo. O es que las revoluciones ¿sólo se pueden hacer como dicen determinadas organizaciones? estas organizaciones, ¿niegan la capacidad de autoorganización del pueblo?¿niegan la capacidad de las personas para idear nuevas formas de lucha y organización horizontal? Así les va. No se enteran por que esa es la postura fácil y cómoda, siempre mirando para otro lado cuando llega el momento de la verdad. Y además cansinos con su ideología. A ver si se transforman también y alguna vez se vienen honesta y fraternalmente a las luchas que no han organizado ellxs. Que eso es precisamente lo que ha faltado. La oportunidad de participar la ha tenido todo el mundo, el que no lo ha hecho es porque no ha querido y, principalmente, por que no ha podido manipular el asunto a su gusto. Ergo ‘dictablanda’.
totalmente de acuerdo contigo, es muy fácil y muy cómodo coger posturas del siglo XIX, ya argumentaditas por gente que tuvo la posibilidad de estudiar y de escribir manifiestos en un despacho de niño rico para decirle al pueblo lo que hacer y cómo hacerlo…
hay que empezar a enterarse de que no estamos en el XIX, y de que sus tipos de organización y lucha no nos valen ahora. Estamos en el siglo XXI!!!!! por favor, tenemos nuestros propios mecanismos y los estamos construyendo! la historia ya hizo lo que pudo en sus tiempos… ahora nos toca a nosotros construir la historia de nuestro propio siglo, con nuestras propias luchas y organizaciones!!!!
[…] La asamblea emitió un comunicado al respecto. […]
“cebo” las actuaciones policiales que denuncias, son denunciables e intolerables a todas luces porque así lo siente el común, la razón común, el pueblo llano. Pero, por favor, no aludas al “Estado de Derecho que garantiza nuestra Constitución”, porque la Constitución es una pura mentira, ya lo he razonado en otro sitio de la web “propongo” (http://propongo.tomalaplaza.net/3957/propongo-antisistema-podiais-molestar-poquito-argumentos#a4665) y en la web “defiende.me” (http://www.defiende.me/222/ser%C3%ADa-acci%C3%B3n-recomendable-denunciar-mentiras-enga%C3%B1a-poder) y que repito aquí para ver si nos desengañamos y reconocemos que desde arriba, del Poder capitalista no nos pueden caer nada más que palos (la Constitución no la ha hecho el pueblo, la han hecho los políticos, esos que NO NOS REPRESENTAN); y lo bueno lo tenemos que ir descubriendo entre nosotros, sin recurrir al Poder. Por eso precisamente estamos indigandos diciéndolo en las plazas.
Copio lo razonado sobre las mentiras de la Constitución española:
Un ejemplo de mentira ilustre lo tenemos en el punto 2 del Artículo 1º de la Constitución española (ley de leyes del Estado español), que dice textualmente: “La soberanía nacional reside en el pueblo español, del que emanan los poderes del Estado”
O sea, que nosotros, la gente corriente del pueblo español hemos montado todo este tinglado farragoso en el que consiste el Estado y hemos delegado “nuestro poder” en manos de los mandamases que ocupan los sillones de las Instituciones del Estado para que nos manden y ordenen, que nosotros no sabemos vivir y necesitamos “cultos” salvadores de la patria que velen por nuestro bien, como está demostrado que lo hacen, vamos, que se desviven por su pueblo soberano (y añado ahora: como es mandar a la policía a cargar violentamente contra pacíficos manifestantes anónimos del pueblo soberano).
Pero ¿cómo se puede escribir eso o leerlo o creérselo sin sonrojarse? ¡Vaya tomadura de pelo!, ahora resulta que el poder lo tiene el pueblo y los de arriba son unos pringaos al servicio del pueblo, de la gente corriente. ¿Alguien todavía se tragará esa mentira tan burda?
Si en lugar de decirlo tan complicado (usando ese lenguaje culto para confundir al pueblo) hubieran dicho con lenguaje vulgar y corriente en la Constitución: “En España manda el pueblo llano, y el Rey y los gobernantes están para servirle, porque eso es lo que quiere el pueblo, que el rey y demás autoridades le sirvan”, pues todos nos partiríamos de risa y ya está, ahí acabaría la Constitución.
Si no se hace nada
es que son pasivos
si hacen una sentada
será para matar
el tiempo perdido
Pero mejor moverse y soñar
que ser de la injusticia testigo
Si.
Y si llevan rastas son unos perro-flautas…y si llevan chaqueta y corbata son unos infiltrados de no se qué organización oculta, y si….. y si… y si…..siempre hay algún motivo para descalificar, que es más fácil que arrimar el hombro.
(lo digo yo, que he arrimado el hombro muy poco, pero que al menos les reconozco su esfuerzo)
stolpkin, insisto: lee algun libro actual… no se, los pilares de la tierra tal vez o algo de Rosa Montero y relájate con algo banal y sobre todo que no sea sesudo. Y no te repitas tanto.
escribi algo muy largo, que no se a publicado
lo resumo
no necsitamos a ningun marxista que nos diga que pensar
porque somos los oprimidos
somos lo que queremos ser y lo que nos diga cualquier iluminado
somos muchos, diversos y contentos con como somos
no somos nuevos… a la largo de la historia hubo muchos indignados
Simplemente, trasnochado.
Ni entiende lo que está pasando ni lo entenderá nunca, tiene su modelo del mundo demasiado cerrado.
Título: #Spanish Revolution: La Revolución Infantil del Individualismo
Fuente: http://stolpkin.net/spip.php?article943
No nos debiera costar entender las expresiones de “indignación” que no hace mucho se han producido en España. Son expresiones de individuos que han sido moldeadas significativamente por un sistema que produce a borbotones valores como la individualidad, el egoísmo, la competitividad, etc. Tampoco es para sorprenderse si lo que más encontramos entre los que se manifiestan es la expresión de la individualidad. Tanto así que podríamos definirla dentro del concepto de “ideologías de la individualidad”, al enjambre de ideas particulares propias de las denominadas “tribus urbanas” que tanto reproduce el sistema capitalista para ampliar de algún modo la gama de mercados, desde la etapa contra-cultural a la etapa cultural.
Lo importante a destacar aquí es que en el fondo dichas manifestaciones han sido dirigidas contra un modelo económico en particular. La gente no ha salido por otra cosa. Se puede captar en el aire cierto hastío hacia el modelo económico usurero. Lo que no vemos, ni se ha visto hasta el momento, no es otra cosa que la CONFRONTACIÓN explícita contra ese modelo.
Podríamos, además, definirla (estas manifestaciones) como la PROLONGACIÓN más suave de lo que mucho antes empezó en Grecia. Sólo que aquí se ha copiado el fondo, no la forma. La forma fue copiada en Egipto con la toma de la plaza Tahrir. Por lo que la hace distinta a las manifestaciones producidas en el Magreb y Medio Oriente. Y es dicha forma y fondo que hoy se pueda estar replicando en varios países europeos, con la ilusión de que pueda funcionar y hacer caso a sus demandas como “funcionó” supuestamente en Túnez y Egipto.
En España no se busca echar abajo a sus gobernantes, aquí se busca manifestar su hartazgo con un particular modelo económico: el modelo capitalista, que ha dejado caer poco a poco el Estado de Bienestar.
Cuesta creer el que se auto-proclamaran “indignados” y no usaran un mínimo de violencia. Lo que hace pensar que si no son violentos entonces es porque no están desesperados, y si no están desesperados es porque verdaderamente nunca han estado indignados. Claramente lo que alcanzamos a ver es una “indignación Light”, pequeño burgués.
Renegar de la violencia es contranatural. La violencia es parte connatural del ser humano. Reprimir esa condición sería como reprimir nuestra propia sexualidad.
La violencia no está relegada al pasado como tampoco la explotación de las clases dominantes burguesa. Por tanto, pensar que ideologías que cuestionan el propio sistema son cuestiones del pasado sería una estrechez del pensamiento y al mismo tiempo sería como renegar la explotación misma capitalista… ¡¡¡Ya quisieran las clases dominantes el que no existiera ideología alguna que cuestionara su propio sistema, y mucho menos que fuera al choque contra ella. Para su propaganda ideológica, todo pensamiento que esté en confrontación con su propio sistema es un pensamiento desfasado!!!
Vivimos y crecemos rodeados de violencia. Pero en mayor parte de una violencia sutil que se presenta ante nosotros de manera inocente, y en el fondo está para inducirnos a un comportamiento que beneficia los intereses particulares de una clase usurera dominante. Puede que no se refleje mucho esa violencia ante individuos sin CONCIENCIA del hecho en particular, sin embargo violenta a los individuos que están en pleno conocimiento de dichas sutilezas.
En cambio, el pacifismo no es connatural al ser humano es sencillamente una disciplina inventada por el mismo, como tantas otras.
Ciertas circunstancias y naturaleza hacen al hombre. Llevamos dentro a un asesino, un pedófilo, un violador, un homosexual, un suicida, un mujeriego, un loco, etc. Pero dichas conductas pueden activarse según ciertas circunstancias, o bien pueden estar dominadas por la naturaleza particular, propia de cada ser. Pero es más un impulso de la naturaleza propia de cada ser que un impulso de la conciencia.
El ser humano es equilibrista por naturaleza, cuida cada paso que da, por lo general, pero siempre está el peligro de caer en vacíos profundos o no tan profundos, pero volviendo muchas veces a retomar; otros simplemente no retoman el camino más y se quedan en las profundidades de ciertos vacíos.
Tampoco hay que obviar el hecho mismo de que el ser humano en la actualidad está tanto o más controlado a como lo ha estado antes dentro del propio sistema de explotación. La clases dominantes junto a la creciente de su poder han perfeccionado siempre las formas de control, desde la antigüedad, para no verse jamás amenazados por los que viven sosteniendo ese poder. Y dichas formas varían según los niveles de poder que estén en juego o a los niveles de accesibilidad del desarrollo tecnológico. El alto desarrollo del control en las sociedades podría de algún modo contestar a la debilidad en cuanto a la organización o a las organizaciones presentes.
Movimiento 15-M y su dantesca ingenuidad producto de la inmadurez política
Las manifestaciones producidas en España, particularmente señalada como el “Movimiento 15-M”, ha adolecido de una ingenuidad dantesca, producto quizá de “mucha tele” o quizá del bombardeo sistemático del pensamiento burgués.
Ha dado la impresión, desde un principio, de querer sintonizar su descontento con el descontento que se produjera tanto en Túnez como en Egipto. Pero desgraciadamente se encontraron con unos Medios que no les hacían mucho caso ni le daban mucha importancia más que para utilizarlos en beneficio de los intereses de la clase política dominante.
Lo que consuela un poco es que, con semejantes ejemplos, fácilmente podemos ver los intereses capitalistas encarnado en los Grandes Medios de Difusión Masiva. ¿Cuál sería el comportamiento de los Grandes Medios si estas mismas manifestaciones se produjeran en Cuba o Venezuela? ¿Tendrían el mismo trato como ha sucedido con las manifestaciones en España?
¿Se salió a la calle a llenar las plazas españolas con la ingenuidad de que habían de tener el mismo nivel de atención prestada en Túnez y Egipto? ¿Esperaban que con el nivel de convocatoria alcanzado el presidente de EEUU, Barack Obama, y su infaltable eco, la Unión Europea, le llamara la atención al gobierno de Zapatero para que pudiera hacer reformas dentro de su “democracia”?
Oda al Individualismo
Claramente los acampados de España no han tenido la fuerza suficiente como para convocar a una Huelga General y paralizar a todo un país, ya que sin la clase obrera española simplemente, como ya se ha dicho, seguirán siendo unos “niños mimados”; y claramente ASÍ jamás se podrían constituir en una fuerza política (traducido en un Partido), y porque además sus propios genes “apolíticos” no se los permite. ¡¡¡Son los elementos OPORTUNISTAS los que más quisieran que se tradujera todo aquello en una nueva fuerza política para ELLOS conducir!!!
Al auto-proclamarse “apartidistas”, sin ideología concreta y no estar representados por ningún partido político u organización tradicional o con madurez política, automáticamente se auto-erigen como una fuerza individualista más que política, y al mismo tiempo se gana la aversión de las organizaciones ya maduras con ideas políticas más estructuradas, ya que podrían ver en ello un dejo de inmadurez política con los que difícilmente se podría trabajar seriamente.
Ha sido un craso error no dejar espacio a las organizaciones hechas y derechas participar junto con sus emblemas y sólo permitir que se puedan manifestar individualidades, ya que las mismas organizaciones habrían de dar más seriedad e incluso más dinamismo a las Asambleas, las cuales se llenan de gente desconocida que difícilmente se podría hacer un seguimiento interno ante alguna sospecha.
Tuvieron la oportunidad en un principio de traspasar el ejemplo de estar bien organizados. En cambio, en un mal proceder, siguieron dando el ejemplo de no estar bien organizados. En otras palabras: les quedó muy grande el traje para diminuto cuerpo.
Lamentablemente allí ha dado la impresión de que no han estado los desempleados, los inmigrantes, los obreros, los sindicatos, organizaciones de estudiantes, etc. Más ha dado la impresión de estar pequeños burgueses jugando a ser “revolucionarios” y a querer darse el lujo de estar representando a todo el pueblo español, teniendo suficiente tiempo para malgastarlo en cosas que no les habría de llevar a ningún parte.
Más ha parecido una congregación hedionda a neo-hippismo que una congregación de verdaderos indignados. Allí los pudimos ver día a día haciendo sus papelitos con sus reivindicaciones, tal como si les estuvieran escribiendo a un Santa Claus o a los Reyes Magos, o como queriendo dejar sus dientes debajo de la cama, convencidos de que al otro día el “ratoncito” les iba a cumplir sus deseos. ¿Hubiese sido extraño que comenzaran a ordenar que desde sus casas pensaran en que pudieran cambiar las cosas con solo utilizar sus mentes?
Más ha parecido ser una congregación de jóvenes queriendo ser partícipes de una “revolución”, ilusionados de poder cambiar las cosas con su mera presencia, algo que difícilmente va a ser cambiado así como así.
No cabe duda de que de los “indignados” saldrían los desilusionados, los indignados de los “indignados”.
La falta de organización en las Asambleas se ha debido a la nula presencia de organizaciones hechas y derechas. Cada individuo un voto, con voz de veto, es mucho más complejo que cada organización un voto. Además es muy poco serio el trabajo de verbalizar las ideas cuando no sabemos quién es quien al tomar la palabra, primando ante todo las individualidades y dificultando el reconocimiento de intereses oscuros que bien podría colarse en cualquier situación de debilidad organizacional. El haber permitido en un principio la presencia de organizaciones ya establecidas, les habría de haber ahorrado más de un dolor de cabeza. Y al mismo tiempo habría mandado un mensaje contundente a las masas no-organizadas para que estuviesen organizadas.
El “movimiento 15-M” no ha constituido rasguño alguno a la clase política dominante, y menos a la propia clase capitalista. Por lo que obviamente se habría de optar por el desgaste del “movimiento” y dejarlo morir por su propia cuenta. La intervención de las fuerzas coercitivas a un movimiento que no representa rasguño alguno a la clase política dominante quizá sólo ha de avivar por un corto plazo la fuerza del mismo o bien quizá terminar de anular lo que ya venía muerto.
¿Cómo que….”sin la clase obrera española simplemente, como ya se ha dicho, seguirán siendo unos “niños mimados”….?
¿quiénes están más “mimados” hoy en dia, los que tú llamas “obreros” (de los cuales quedan ya muy poquitos en las sociedades modernas, amigo, no sé si te has dado cuenta) o los desempleados/as?
te lo recuerda una “privilegiada” asalariada (que no obrera)
“Maria”, el artículo que pegas de un tal Stolpkin deja a las claras que es un visionario-sabelotodo, la pura biblia, porque nos viene a decir que si las cosas no se hacen de acuerdo a “su” ideología (colectiva o individualista) son inútiles, no sirven, están muertas. Y, para colmo, habla en pasado (“El “movimiento 15-M” no ha constituido rasguño alguno a la clase política dominante, y menos a la propia clase capitalista”) como si el movimiento 15M ya se hubiera esfumado. Como si él tuviera la verdadera fórmula de cómo se deben hacer las revoluciones. Eso no lo sabe nadie. Que espere un poco, hombre, que esto sólo acaba de empezar.
Dices que ‘Ciertas circunstancias y naturaleza hacen al hombre. Llevamos dentro a un asesino, un pedófilo, un violador, un homosexual, un suicida, un mujeriego, un loco, etc. Pero dichas conductas pueden activarse según ciertas circunstancia’. Y así colocas en la misma línea al homosexual y al violador. Pues ya has dicho bastante. La articulación del discurso es sólo aparente. Y, por cierto, recicla tus conocimientos sobre la condición humana. Diferencia agresividad de violencia porque son cosas distintas. Y tan natural como el instinto agresivo es el rechazo que la violencia produce. Mírate los últimos descubrimientos en psicobiología y neurociencia: la empatía está ahí desde el principio, no la subestimes tanto, que entre u cosa y la otra se te ve mucho el plumero.